Dal 9 giugno 2020, il m.a.x. museo del Centro Culturale di Chiasso, appena riaperto, espone l’opera dell’importante artista, pittore e scultore, ticinese Alberto Giacometti

Quando, di solito, segnaliamo mostre e musei che riguardano la nostra professione, non ci capita spesso di soffermarci alle nostre latitudini.

L’occasione ci viene (finalmente) offerta dal m.a.x. Museo, situato presso il Centro Culturale di Chiasso, che Martedì 9 giugno 2020 ha riaperto i battenti il, per una mostra semestrale sino al 10 gennaio 2021 relativa al pittore e scultore Alberto Giacometti.

Giacometti (1901-1966) è considerato un artista di grande interesse nel panorama culturale del XX secolo. La mostra è intitolata “Grafica al confine fra arte e pensiero” ed intende rendere omaggio, per la prima volta in modo esclusivo, all’espressione grafica dell’artista.

L’artista grigionese (nativo della Val Bregaglia) non era un pubblicitario di professione, ma le sue tecniche erano esattamente quelle spesso usate per le stampe commerciali dell’epoca; considerava il disegno un metodo originale e nobile per provare a conoscere la realtà, approfondita anche tramite lo studio delle opere d’arte di ogni epoca. Ciò nondimeno, durante la propria esistenza ha realizzato numerose incisioni e litografie.

La sua produzione grafica è espressione di una profonda ricerca, rimasta sottovalutata e poco visibile sino a oggi: ecco perché il m.a.x. Museo non ha esitato a valorizzarla.

Così per la prima volta è esposta una dimensione globale della sua opera, con oltre quattrocento fogli: xilografia, incisione a bulino, acquaforte e litografia. Spesso questi fogli risultano peraltro essere legati all’illustrazione di libri.

Ad essi, inoltre, si aggiungono dipinti, disegni, sculture e fotografie, nonché una selezione di tavole che appartengono alla raccolta intitolata “Quarantacinque disegni di Alberto Giacometti”, pubblicata da Einaudi nel 1963. 

Per la prima volta in una mostra vengono esposte anche tre matrici, sia litografiche sia calcografiche, in raffronto alle corrispondenti grafiche. L’artista ticinese riteneva il disegno e la sua trasposizione su matrice la base estetica e concettuale sulla quale formulare una riflessione artistica a 360 gradi.

Come affermò Giacometti stesso nel 1955, “di qualsiasi cosa si tratti, di scultura o di pittura, è solo il disegno che conta”.

Nelle quattro sezioni dell’esposizione, in ciascuna sala, accanto all’opera grafica gli ospiti possono osservare un disegno, una scultura o un dipinto di Giacometti, in modo tale da favorire la comprensione della relazione tra i suoi differenti mezzi espressivi.