Con il progetto d’arte pubblica Action Reaction, il fotografo Alessio Bolzoni ha esposto a Milano 26 cartelloni pubblicitari di grandi dimensioni che hanno mostrato corpi in movimento, contrazione e torsione simbolicamente “contro” l’oppressione claustrofobica della pandemia

Action Reaction sui manifesti di Milano

L’uso privilegiato dei manifesti che stampiamo è di carattere pubblicitario. F4 e F12 diffondono, in particolare lungo le strade, messaggi promozionali di ogni genere.

Il fotografo Alessio Bolzoni ha pensato ad un utilizzo artistico degli spazi per affissioni e ha ideato “Action Reaction”, un progetto d’arte pubblica basato sulla fotografia e consecutiva stampa di 26 cartelloni pubblicitari di grandi dimensioni, poi esposti nel tessuto metropolitano della città di Milano.

Questi sono stati visibili fino a domenica 21 giugno in luoghi rappresentativi del capoluogo lombardo, senza pubblicizzare in alcun modo né prodotti commerciali né messaggi politici.

Gli scatti fotografici raffiguravano contrazioni, cadute e torsioni di corpi umani situati simbolicamente in uno spazio claustrofobico quale il paesaggio della città di Milano nell’era della pandemia, tra prescrizioni, limitazioni e divieti. Va ricordato come nella regione italiana, confinante col Ticino, le restrizioni siano state particolarmente stringenti.

Le immagini rappresentavano l’emergere di un qualcosa di sommerso, rappresentato da corpi plastici che si fondevano con l’”immobile” contesto urbano, restituendo come un senso di reazione, ribellione e liberazione della forza accumulata durante il lockdown che contrastasse il lungo stato di inerzia e passività attraversato e subìto.  

Il fotografo aveva deciso di trascorrere il lockdown a Milano, malgrado da anni vivesse a Londra, e questi cartelloni possono essere letti come rivelazioni e simboli poetici di un mondo in movimento ma sull’orlo del baratro causato dal nuovo ordine imposto dalla pandemia.

Le immagini erano mute, senza nessun testo, e gli individui apparivano inquieti e ansiosi, come presi da una carica elettrica che suggerisce una voglia di resistenza e contrattacco al nuovo stato delle cose.

Questo progetto rappresenta un esempio calzante di come l’arte abbia a suo modo reagito alla catastrofe planetaria del Covid-19. Allo stesso modo, per noi che curiamo questo tipo di supporti pubblicitari, è la dimostrazione evidente di come i relativi utilizzi possano essere veramente multidisciplinari.